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In queste settimane in cui siamo tutti a casa abbiamo riscoperto la bellezza dei ritmi più umani: niente corse per andare a scuola, niente attività pomeridiane e pur continuando a studiare e a lavorare da casa, si riesce ad avere più spazio per la condivisione.


Ad un certo punto sentivamo tutti di voler fare qualcosa per gli altri, ma non è facile stando a casa. Abbiamo pensato alla coppia che vive sotto di noi e siamo andati a chiedere se avessero bisogno della spesa.
Lì abbiamo scoperto che lui era stato ricoverato per il coronavirus, in forma grave, e anche la figlia, una giovane madre. Siamo rimasti senza parole.
Lei era in quarantena a casa con la nipotina, il cui papà vive a Bolzano perché separati, e deve cercare di star su per lei, ma in realtà è disperata. Abbiamo detto che avremmo pregato e che poteva contare per tutto su noi.
Le nostre figlie hanno trovato un regalo ancora chiuso che avevano ricevuto dalla nonna e l‘hanno dato alla bambina.
Abbiamo sentito che davvero i bisogni degli altri riempiono i nostri vuoti. Adesso la situazione è sempre critica, ma anche solo pregare e fare la spesa per loro ci fa sentire più partecipi di questo gioco misterioso che è la vita.

K. C.